La Gatteria di
Opera Animalia Onlus
Associazione per la tutela degli animali

La peritonite infettiva felina (FIP) è una malattia molto grave, sempre letale, ed è causata dalla mutazione di un comune coronavirus intestinale (FCoV) tipico nella specie felina, non trasmissibile alle persone o agli altri animali domestici.
L’infezione da coronavirus è molto comune nei gatti, nelle comunità le percentuali dei gatti affetti da FCoV arriva ad essere dell’80-90%, ma solo il 5-10% degli individui sarà soggetto alla mutazione del coronavirus e svilupperà la vera malattia, cioè la FIP.
Il FCoV si trasmette via oro-nasale (ingestione e/o aspirazione) di particelle fecali.
Il gatto infettato da FCoV, nella maggior parte dei casi, non accusa alcun problema serio e guarisce spontaneamente.
I cuccioli si infettano principalmente a 5-6 settimane in concomitanza con il calo degli anticorpi materni per contatto con le feci della madre. La possibilità di contagio del FCoV (attenzione, non della FIP) e' elevata specie in ambienti con molti gatti che condividono le lettiere.
Per la prevenzione, nei gattili/rifugi è importante mantenere in ambienti separati i gatti provenienti da ambienti diversi ed utilizzare attrezzi differenti per la rimozione delle deiezioni.
L’isolamento dei soggetti che manifestano la malattie è inutile. Non ci sono riscontri che la forma mutata del virus sia contagiosa e che un gatto malato possa espellere il virus mutato e, se viveva con altri gatti, gli altri individui sono stati già sicuramente esposti/ infettati con il FCoV.
Come avvenga la mutazione del coronavirus FCoV non è ancora chiaro. Gli studi fino ad oggi intrapresi sembrano indicare che sia importante il sistema immunitario del gatto relativamente a stati di stress.
L’incidenza della malattia sembra essere più alta nei gatti giovani (sotto i 18 mesi) e nei gatti anziani (più di 10 anni).
La FIP, che comporta versamenti e/o lesioni a tutti gli organi, può manifestarsi in due forme: la forma umida (effusiva o essudativa) e la forma secca (non effusiva o granulomatosa).
La forma umida è caratterizzata da un accumulo di liquido nell’addome e/o nel torace , la forma secca da sintomi legati ai vari organi che possono essere colpiti (rene, fegato, sistema nervoso centrale, ecc).
Le due forme possono, talvolta, coesistere.
L’esito della malattia è sempre infausto. Nella forma umida l’aspettativa di vita è di qualche settimana/mese, nella forma secca mesi fino a circa un anno, ma, ricordiamo, la forma secca può trasformarsi, non raramente, in forma umida.
Non esiste cura. Si può solo tentare di alleviare i sintomi e prevenire l’insorgere di eventuali forme virali e batteriche secondarie.
Non esiste vaccino. In America è in uso un vaccino, ma non ne è stata ancora dimostrata l’efficacia e la sicurezza.
Non esistono esami specifici per diagnosticare la malattia perché gli attuali esami sierologici (ELISA) e di biologia molecolare (PRC) non sono in grado di distinguere il virus mutato da quello innocuo. Quindi anche i test FIP possono solo rilevare la presenza del coronavirus e, se negativi, escludere la possibilità di FIP, ma se positivi dimostrano solo un infezione da coronavirus e questo solo risultato non può essere considerato di rilievo patologico. Non sono rari responsi di falsa negatività .
La diagnosi di FIP è dunque molto difficoltosa. In un animale che presenta segni clinici ed esami strumentali suggestivi di FIP si può esprimere una diagnosi presuntiva. La diagnosi certa e scientifica di FIP può essere data unicamente da esame istologico post mortem.
I MICI MALATI DI FIP SONO DA AMARE PIU' DEGLI ALTRI.
Per approfondimenti:
http://www.unite.it/UniTE/Engine/RAServeFile.php/f/File_Prof/DI_MARTINO_1724/Aggiornamento_FIP.pdf
• Feline Infectious Peritonitis: Hartman et al, Veterinary Clinics Small Animals 2005
• Feline Coronavirus in Multicat Environments: Drechsler et al, eterinary Clinics Small Animals 2011
• An update on feline infectious peritoniti: Diagnostics and therapeutics: Pedersen, Veterinary Journal 2014
• Feline Infectious Peritonitis: ABCD Guidelines on Prevention and Management; Addie et al, Journal of Feline Medicine and Surgery 2009
